Pensiero Laterale: il superpotere dei brand che sanno farsi notare
Pensiero Laterale: il superpotere dei brand che sanno farsi notare Creatività non è solo uno slogan, è un modo per dire al pubblico: “Sì, siamo noi quelli da ricordare.” Nel frenetico universo del marketing moderno, dove l’efficienza e la qualità sono ormai i “superpoteri” di base che ogni brand deve possedere, i veri supereroi della scena hanno un asso nella manica: la creatività. Per raggiungere obiettivi cruciali come la crescita, la fidelizzazione del cliente e l’espansione della quota di mercato, le aziende hanno bisogno di qualcosa in più che non si trova in nuove competenze e conoscenze, ma smettendo di seguire la fila e iniziando a guidarla. La creatività diventa così il “mantello” che li rende inarrestabili, trasformando ogni azione in un colpo di scena che lascia il cliente a bocca aperta e gli fa dire: “Sono diversi, e si vede!”. La creatività come una questione di libertà Proviamo a capire bene come trattare il concetto di creatività chiedendo aiuto a Bruno Munari, artista e designer italiano, vissuto tra i primi anni del Novecento e la fine del secolo, che vedeva la creatività da un punto di vista ludico, basato sull’esplorazione e sul gioco. Con una visione pedagogica innovativa, Munari riteneva che i giocattoli dovessero essere “incompleti” per stimolare la fantasia dei bambini, trasformando l’esperienza di gioco in una forma autentica di creatività. Ben nota, infatti, è la sua frase: “La creatività è l’intelligenza che si diverte”: con cui ha voluto trasmettere l’idea che essa non sia solo un processo serio e razionale, ma un’attività in cui l’intelligenza esplora, sperimenta e gioca. L’artista, ci ha insegnato che tutto nasce dall’osservazione e dalla messa in discussione delle convenzioni, integrando tre fasi: Osservazione: guardare il mondo da prospettive diverse, identificando problemi e opportunità. Ideazione: generare idee senza restrizioni, anche se all’apparenza possono sembrare assurde. Realizzazione: tradurre le idee in progetti, testandole e perfezionandole in base al feedback. Sebbene il suo approccio sia legato principalmente al design e all’arte, la filosofia di Munari è una preziosa guida anche nel marketing, dove la creatività applicata aiuta le aziende a sviluppare una comunicazione autentica e capace di connettersi profondamente con il pubblico. Circa un ventennio dopo Munari, un altro studioso della creatività offrirà nuove tecniche e punti di vista legati al pensiero creativo. Edward De Bono e il pensiero laterale: innovazione strategica per il marketing Se Munari rappresenta una visione artistica della creatività, Edward de Bono ha portato la creatività in ambito strategico con la teoria del pensiero laterale, una metodologia ideata negli anni ’60. La tecnica del pensiero laterale ha rivoluzionato l’approccio alla risoluzione dei problemi e alla generazione di idee, diventando in poco tempo una risorsa fondamentale adottata da aziende in tutto il mondo. Per comprenderlo appieno, è utile confrontarlo con il pensiero verticale: quest’ultimo segue un approccio logico e sequenziale, selezionando idee lungo un percorso lineare e predefinito. Al contrario, il pensiero laterale è generativo, mira a esplorare nuove possibilità e a produrre idee originali. Non sostituisce il pensiero verticale, ma lo integra, offrendo una prospettiva fresca e innovativa. De Bono descrive il pensiero laterale con un’immagine incisiva: “Non puoi scavare una buca in un punto diverso dal terreno scavando sempre in profondità nella stessa buca.” Questo approccio permette di superare le percezioni tradizionali, aprendo la strada a prospettive fresche e originali. Applicato alle aziende, dimostra che la vera differenza non sta tanto nelle informazioni di cui si dispone, quanto nel modo in cui vengono interpretate e rielaborate. È questa capacità di vedere oltre che alimenta un processo creativo. Per anni, la creatività è stata considerata esclusiva del mondo dell’arte o del talento innato, ma oggi è riconosciuta come una risorsa indispensabile anche nel contesto aziendale. Saper pensare creativamente non è più un privilegio artistico: è una competenza strategica, e il pensiero laterale è uno degli strumenti chiave per coltivarla. Ma De Bono non si limita a darci solo un concetto teorico, bensì ci fornisce suggerimenti pratici di applicazione. Tecniche del pensiero laterale per il marketing Per aiutare a generare idee e soluzioni in modo innovativo De Bono propone diverse tecniche. Riporto di seguito alcune che reputo particolarmente utili per le strategie di marketing: Le tecniche di Edward de Bono sono un vero arsenale per le menti creative, un invito a vedere il mondo da prospettive nuove e audaci. Ogni metodologia apre la porta a possibilità fresche e inaspettate, spingendo i marketer ad abbandonare le strade battute per addentrarsi nei territori inesplorati della creatività. Tuttavia, fra tutte, una brilla con una forza particolare: i sei cappelli per pensare. Questa tecnica non solo è completa e metodica, ma riesce a combinare visioni diverse e complementari, fondendo dati e creatività, emozioni e razionalità, benefici e rischi. È come dotarsi di sei lenti diverse per osservare ogni sfaccettatura di una questione, senza trascurare nulla. I Sei Cappelli sono infatti la chiave per raggiungere gli obiettivi di marketing aziendali in modo strategico e organizzato, mantenendo un’anima creativa che porterà l’azienda a differenziarsi dai suoi competitor. Esploriamo a fondo questa straordinaria tecnica, perché nel marketing, se c’è un cappello giusto da indossare, è essenziale sapere quale scegliere e come utilizzarlo. La teoria dei Sei Cappelli per Pensare Proprio come un camaleonte che si adatta all’ambiente, la metodologia di De Bono offre ai team di marketing l’opportunità di valutare le idee da prospettive multiple e mirate. Immagina di entrare in una sala riunioni carica di energia, dove sei cappelli, ognuno rappresentante un modo di pensare unico, sono posizionati sul tavolo. I partecipanti scelgono un cappello specifico per guidare la discussione in una direzione precisa. Non è un gioco: è una strategia consapevole. Indossando un cappello, il gruppo si concentra su una modalità di pensiero particolare, aprendo la porta ad angolazioni rivelatrici. Ma quali sono i cappelli e come possono trasformare il modo in cui pensiamo al marketing? Scopriamo insieme come questo approccio possa svelare nuove opportunità e potenziare il tuo lavoro. Il cappello bianco si concentra esclusivamente sui dati e sulle informazioni disponibili. In questo stato mentale,